La Valle d’Aosta è un piccolo scrigno colmo di gioielli meravigliosi. Per scoprire alcuni di questi bisogna lasciare la valle centrale, avvicinarsi alle montagne e tuffarsi sui 5.000 chilometri di sentieri che permettono di raggiungere luoghi incantati. Ci sono opzioni per tutti i gusti e tutte le capacità, basta decidere dislivello e sviluppo della gita. Negli ultimi anni, poi, con l’avvento delle biciclette a pedalata assistita, i sentieri sono diventati accessibili facilmente anche a chi preferisce salire in sella a una mountain bike piuttosto che calzare le scarpe tecniche e camminare. Per i cultori delle ruote grasse sono disponibili 1.000 chilometri di itinerari, che diventano molti, ma molti, di più grazie alla comodità delle e-bike, per le quali sono state posizionate apposite colonnine di ricarica su tutto il territorio.
I tracciati più iconici della Valle d’Aosta sono le due Alte Vie, che, in pratica, disegnano il perimetro della regione, viaggiando spesso sulla cresta di confine. Percorrerle è un regalo che consente di assaporare l’emozione di valicare i colli e piombare in una realtà spesso completamente diversa alla precedente. L’Alta Via numero 1 unisce Donnas a Courmayeur accarezzando tre dei quattro 4.000 valdostani: Rosa, Cervino e Bianco. La partenza è una lunghissima salita che porta a Gressoney e permette di scoprire autentiche meraviglie della natura come la Creunna dou Leui (la cruna del lupo), che separa Issime da Gaby ed è considerato il Malatrà (la mitica e suggistiva V scolpita nella roccia che sancisce il passaggio da St-Rhémy-en-Bosses a Courmayeur) della Valle del Lys, o il Colle della Vecchia, situato sul confine con la biellese Valle Cervo, impreziosito da un suggestivo bassorilievo scolpito nella roccia da uno scalpellino locale.
Superata Gressoney, si affronta il Col Pinter, altra chicca con una vista impareggiabile sul Monte Rosa. La Val d’Ayas è così pronta a spalancare le braccia con tutte le sue bellezze e a rappresentare un trampolino d’eccezione, passando per il Col di Nana, verso la Valtournenche, dominata da sua maestà il Cervino.
L’Alta Via numero 2, che propone il percorso inverso sul versante orografico opposto della Valle d’Aosta, è un tuffo nella natura e propone i colli più impegnativi. Salire oltre i 3.000 metri per valicare l’Entrelor e il Loson è un’esperienza unica, resa spesso magica dall’incontro con marmotte, stambecchi e camosci. Superare Valsavarenche (dove una deviazione per contemplare l’infinito a Pian Borgnoz vale la fatica del cammino), raggiungere Cogne e poi affacciarsi alla Fenêtre de Champorcher lascia negli occhi un caleidoscopio di colori che funge da prezioso carburante in vista della lunga discesa verso Donnas.
Più corto, ma ugualmente suggestivo, è il Tour du Mont Fallère, che in tre giorni, facendo tappa nei nuovi e accoglienti rifugi Chaligne e Mont Fallère, permette di vivere un’esperienza intensa e gratificante. Due aggettivi che sono validi anche per chi decide di affrontare i monti gemelli che si specchiano sul capoluogo regionale. La Becca di Nona e il Monte Emilius rappresentano un terrazzino privilegiato dal quale riempirsi il cuore di emozioni.
La Valle d’Aosta è terra di frontiera e si può decidere di fare capolino su uno dei tre giri ad anello che coinvolgono altrettanti giganti: il Monte Bianco, il Grand Combin e il Cervino. La tappa valdostana del Tour du Mont Blanc comincia con il Col de la Seigne e, sfiorati i rifugi Elisabetta e Maison Vieille (qui, dopo aver ammirato l’Aguille Noire du Peuterey, sarebbe delittuoso non fermarsi per gustare il pain perdu, un dolce che è più di una coccola per il palato), si scende a Dolonne e, passando per il centro del paese di Courmayeur, si risale verso il rifugio Bertone, dove inizia la meravigliosa balconata della Val Ferret lungo la quale bisogna fare attenzione a non perdersi nel panorama mozzafiato delle Grandes Jorasses, così vicine e imponenti, da far girare la testa.