Paesaggi sonori. Come ascoltare i suoni della vita

I suoni riempiono la nostra esistenza e segnano le nostre vite, ma quasi sempre non li percepiamo consapevolmente. Essi ci scorrono intorno in un flusso indistinto e, la nostra scarsa attenzione all’ascolto limita le nostre esperienze, i ricordi e le emozioni.

Il valore del paesaggio sonoro.

L’attenzione al paesaggio sonoro è una forma di cultura che permette di vivere più intensamente e risvegliare il senso sopito dell’udito, orientato non solo verso l’espressione del suono inteso nel suo aspetto più musicale, ma anche verso i rumori e i suoni provenienti dalla natura e dal mondo antropizzato.

ZoumAlp incontra Claudia Ferretti

ZoumAlp ha rivolto alcune domande a Claudia Ferretti, Isonde, musicista, sensorialista e songwriter, che da anni si dedica all’esplorazione di soundscape, organizza passeggiate sonore e corsi di apprendimento dell’ascolto. Consigliamo particolarmente l’ascolto delle tracce audio.

ZA In un mondo che vive di immagini cresce, giorno dopo giorno, l’attenzione per i suoni. Claudia, tu che sei sound designer, sound recordist e organizzi eventi dedicati all’esplorazione dei suoni in natura e non solo, percepisci questa maggior sensibilità all’ascolto?

Facciamo un viaggio nel tempo attraverso il suono: la pompa ad acqua in paese, il canto degli uccelli e il suono dell’accetta sulla legna, il jingle “Zum zum zum zum zum” e il motore della Vespa, il suono della lavatrice, la sigla “Nano Nano” e il tappo a corona che si apre seguito dal il suono tipico delle bibite gassate, il suono dei ruscelli accompagnati dalle note distese e sintetiche della musica new age, i “bip bip” dei videogiochi, il suono della matita che avvolge il nastro magnetico delle cassette, la suoneria della famosa marca di telefono, il ronzio diurno delle terribili zanzare tigre in città e quello dei monopattini elettrici, il vento tra le cime degli alberi.

I suoni sono da sempre intorno a noi e da tempo gli artisti, i ricercatori e anche i manager delle aziende stanno esplorando questo canale sensoriale come forma di comunicazione ed espressione.

Io sono spesso a contatto non solo con enti, artisti e comunicatori, ma soprattutto con le persone, adulti, ragazzi e bambini che si avvicinano alle mie opere ed eventi sonori.

C’è una grande attenzione verso il suono e più in generale un grande interesse verso ciò che porta a contatto con la percezione di sé e del mondo.

Qualcuno si avvicina alle passeggiate sonore e al sound storytelling (raccontare utilizzando il suono) per curiosità, o perché vuole conoscere la natura, perché ama viaggiare, perché desidera raccontare, qualcuno è appassionato di tecnologia, altri dell’ambiente, dell’ecologia o del benessere.

Tutti desiderano provare un’esperienza intensa e immersiva e il suono è una dimensione ideale per entrare in contatto col mondo fuori e dentro sé e per raccontarlo.

Il suono è a portata di tasca di tutti grazie agli smartphone e se in principio si pensava che questo fosse uno strumento principalmente visivo, oggi posso osservare che l’audio si stia riappropriando anche di questo mezzo (originariamente nato per fare telefonate uditive). Basti pensare alle stories dei social media, agli ASRM, ai podcast, ai messaggi vocali, alla musica liquida e ai giovani che indossano headphones grandi, belle e colorate.

Anche aziende e istituzioni stanno scoprendo che il mondo dei suoni può essere un ricco strumento di ricerca e di informazione sul territorio, sia un mezzo di comunicazione potente attraverso installazioni, eventi divulgativi come le passeggiate sonore e performance artistiche sperimentali. Sound artist e musicisti tornano così a lavorare insieme alla comunità e al territorio.

La grande rivoluzione sonora di oggi potrebbe essere collegata a mio avviso al bisogno sempre più intenso delle persone di fare esperienze totalizzanti, che immergano completamente i sensi, che appaghino la curiosità e portino emozioni.

La vera missione dei prossimi anni sarà quella di fornire alle persone gli strumenti e le conoscenze per fare crescere di pari passo al desiderio, una maggiore sensibilità all’ascolto, che è ancora tutta da costruire.

Io sono profondamente convinta che sia il momento di riappropriarsi di una forma di connessione, conoscenza e comunicazione che da sempre fa parte dell’uomo e imparare a identificare attraverso il suono la bellezza, per riconoscerla e quindi tutelarla.

Soundwalk podcast con Claudi Ferretti
Boschina – Claudia Ferretti

ZA Il Paesaggio sonoro è la nuova frontiera di scoperta per il grande pubblico. Come ci si avvicina all’ascolto del mondo?

Siamo costantemente immersi in un paesaggio sonoro che suona e risuona attorno a noi e dentro noi.

Il suono è una porta verso il mondo, una dimensione unica per scoprire la realtà, viverla e immaginarla, per vivere un territorio e per raccontare le nostre storie ed emozioni.

Raymond Murray Schafer, il fondatore degli studi sul paesaggio sonoro, lo definisce come “un qualsiasi campo di studio acustico […], una composizione musicale, un programma radio o un ambiente”.

Qualsiasi luogo è un paesaggio sonoro. Anche quando siamo seduti davanti alla tastiera di un computer siamo in un mondo sonoro con i suoi eventi, i suoi segnali che si intrecciano e dialogano su una base che chiamiamo “tonica di fondo”.

Avvicinarsi all’ascolto del mondo è semplice. Per prima cosa bisogna ascoltare!

Prima un suono, poi l’altro, poi tutti insieme e così via!

Ovunque voi siate potete prendere carta e penna e scrivere un semplice elenco ti tutto ciò che sentite. Quando dico tutto, intendo proprio tutto. Senza fretta, per almeno cinque minuti.

Prendete nota di ciò che avviene nel suono, senza valutare, spiegare o giudicare ciò che percepite, ma semplicemente prendendo atto degli stimoli che giungono a noi in modo cosciente.

Questo è già un grandissimo esercizio di ascolto attivo che fa entrare in contatto con la percezione, fa capire che per ascoltare è necessario dedicarsi del tempo e che esiste un mondo che percepiamo costantemente, ma che spesso non consideriamo.

Ripetendo questo allenamento in luoghi diversi, in momenti della giornata diversi possiamo scoprire la varietà del mondo e del nostro modo di percepirlo.

Ecco uno stimolo per iniziare questa pratica: “qual è il primo suono che senti il mattino quando ti svegli?”.

Brescia – Claudia Ferretti

ZA Ascolto e registrazione. Attività alla portata di tutti o destinate solo ai professionisti?

Tutti possono ascoltare, basta dotarsi di attenzione, pazienza, curiosità e aprirsi al mondo della percezione.

È sempre una gioia per me raccogliere le considerazioni di chi partecipa alle passeggiate sonore e mi dice: “non pensavo di poter sentire così tanti suoni”, “finalmente passeggio piano, con presenza e mi accorgo di ciò che succede, dove sono e cosa che sento in me”.

Anche chi soffre di acufene o chi ha parziali sordità partecipa con gioia.

Per prima cosa bisogna imparare ad ascoltare a “orecchio nudo”, senza l’ausilio di attrezzi, e comprendere la struttura del paesaggio sonoro.

Così come i fotografi osservano, comprendono le forme, i colori, le luci e i rapporti tra essi, chi registra i suoni su campo (field recording) impara a leggere i suoni e le loro relazioni.

È molto stimolante iniziare la pratica della registrazione giocando, utilizzando il proprio smartphone (ormai hanno dei microfoni integrati molto buoni per un utilizzo amatoriale) e concentrandosi su suoni specifici, come una goccia d’acqua, un legnetto che si spezza, il suono di un campanello, o suoni ambientali molto precisi come il canto dei grilli, le voci in sala caffè, le campane in piazza. Sperimentare ciò che funziona ed è interessante e cosa no, per poi creare magari un album di ricordi, un racconto, un podcast o ciò che più si preferisce.

Quando ci si appassiona è quindi possibile dotarsi di attrezzature più specializzate anche senza fare grandi spese e avventurarsi nelle sfumature sempre più sottili del paesaggio sonoro.

Cicale – Claudia Ferretti
Mucche – Claudia Ferretti

ZA Qualche consiglio per iniziare a esplorare il mondo dei suoni, in natura e in città.

Quando parlo di field recording e passeggiate sonore spesso mi viene chiesto se per praticarle sia necessario andare in un ambiente naturale. La risposta è assolutamente no: qualsiasi luogo è un paesaggio sonoro degno di interesse.

Le città, i borghi e persino le rumorose fabbriche e i silenziosi musei sono tutti campi di esperienza interessanti.

Basti pensare alle piazze animate da voci, bar e ristoranti con i piatti, i dialoghi e la musica, i vicoli abitati dai suoni delle famiglie che pranzano in casa, e ancora: mezzi di trasporto, barche al porto, uccelli e fontane, giovani e anziani, pavimenti lastricati e ciotolati.

Allo stesso modo gli ambienti naturali sono ricchi di stimoli che è bello ricercare soprattutto per chi non ha la fortuna di viverli quotidianamente. In questo caso l’ascolto accelera e incrementa il processo di connessione e scoperta con la natura.

Lavoro spesso in collaborazione con parchi (anche urbani) e riserve naturali. In natura i suoni possono essere molto intensi (come una cascata) o molto sottili (il vento leggero tra le fronde di un albero).

Quando ci si trova innanzi a paesaggi sonori dalle sfumature molto delicate è necessario camminare e muoversi in completo silenzio, cercando di non fare rumore nemmeno con i propri abiti e vestiti, respirando piano, rallentando tutti i ritmi. Questo porta presenza e grande connessione con l’ascolto e l’ambiente.

Cercate quindi luoghi e stimoli molto diversi tra loro per imparare più velocemente: spazi ampi come le piazze o le radure, o chiusi come vicoli e boschi, andate sulla cima di un campanile o di una montagna, sperimentate tutti i suoni che può fare l’acqua nelle fontane, nei ruscelli, al mare. Giocate scoprendo i suoni che ci sono nei negozi per giovani o per donne di lusso. Scoprite il suono del vento nei boschi di abeti e nella macchia mediterranea, o quello della bora al porto di Trieste.

Ancora i suoni delle automobili, dei motorini truccati, dei telefoni e delle notifiche, delle motoseghe nei boschi e degli areoplani in montagna. Dei macchinari a controllo numerico e degli attrezzi degli artigiani. Della cucina contemporanea e di quella tradizionale…

La parola d’ordine è: lasciarsi stupire.

ZA Parlaci delle Passeggiate sonore.

Una soundwalk è una passeggiata lenta in gruppo in cui l’ascolto attivo diventa uno strumento di indagine, di condivisione e di scoperta del territorio e di chi lo abita.

Camminando insieme si va alla scoperta del paesaggio sonoro aprendo le porte della percezione e prestando attenzione ai suoni che si incontrano, imparando a distinguerli, isolarli e comprenderne le armonie e ciò che raccontano.

Durante il percorso vengono svolti giochi e attività che portano i partecipanti a raggiungere passo dopo passo un nuovo obiettivo di ascolto: dal riconoscimento dei suoni, alla lettura del paesaggio, si scopre il potere dell’immaginazione, fino a giungere mondo interiore delle emozioni per tornare quindi all’ecologia e al benessere personale e ambientale.

La passeggiata sonora è un evento per tutti da svolgere in gruppo, che crea condivisione e unione nel gruppo che cammina, ascolta, gioca, crea mappe e si scambia idee interagendo.

In una passeggiata sonora si ascoltano i suoni degli alberi, delle foglie, del terreno, delle rocce e dell’acqua, quelli che arrivano da lontano e quelli dentro di noi, le voci dei borghi abitati e delle città, e i silenzi.

Si scopre la musicalità della natura, degli oggetti, delle strade e delle piazze, delle nostre voci e dei nostri passi e incontreremo i ritmi e le melodie del luogo.

Si ascolta il territorio utilizzando le proprie orecchie e la propria percezione naturale e in più si fa esperienza anche di quelli che io chiamo i “superpoteri”.

Attraverso microfoni ambientali si sperimenta il suono amplificato scoprendo i suoni nascosti del mondo.

Una soundwalk è un atto artistico, ecologico e sociale.

Soundwalk – Claudia Ferretti

ZA Il tuo set ideale per la registrazione di audio “sul campo”?

Ecco cosa deve “mettere nello zaino” il field recorder.

Ovviamente è necessario dotarsi di registratori, microfoni e attrezzature, ma non solo.

Indispensabili sono scarpe e indumenti comodi e silenziosi (gli abiti tecnici spesso emettono sgradevolissimi suoni sintetici).

Attrezzatura per riparare sé e gli strumenti dalla pioggia.

Batterie o power bank per non restare senza energia proprio sul più bello.

Schede SD e memorie adeguate alla durata delle registrazioni che si desidera fare (ricordate che per avere pochi minuti di audio utilizzabile spesso bisogna registrare ore di materiale).

Passiamo quindi al materiale tecnico. Il set ideale per la registrazione su campo varia in base agli obiettivi e le finalità che si hanno (registrazioni amatoriali o professionali), al soggetto che si desidera registrare (un ambiente, un singolo segnale ecc.) e alle sue caratteristiche (voci, automobili ecc.), all’ambiente di nostro interesse (chiuso, aperto, naturale, urbano ecc.), la vicinanza o lontananza e la natura del suono che cerchiamo (se vogliamo raccogliere il bramito di un cervo nella foresta ci servirà un buon microfono direzionale ad esempio).

Molto cambia anche in base al tipo di ambiente sonoro si vuole ricreare o creare con la registrazione: statica, in movimento, panoramica, direzionale, multidirezionale.

Insomma, molte sono le variabili.

Un set che può dare buona qualità e molta soddisfazione per molte situazioni ibride è composto da (almeno) un registratore manuale dotato di tutti gli accessori: un supporto manuale (per non incorrere in fastidiosi suoni dati dalle proprie mani sullo strumento), treppiedi, antiwind, custodia e protezione antipioggia.

Molte sono le marche disponibili a prezzi accessibili anche nei modelli non entry level che danno maggiore soddisfazione.

Ricordiamoci: migliori sono le registrazioni fatte, minore è il lavoro da svolgere a casa per pulire i suoni.

Infine, è bene avere una Daw (un programma di elaborazione dei suoni) per editare e pulire dai disturbi le nostre registrazioni.

ZA Catalogare i suoni. Che senso può avere e a cosa può servire?

Catalogare i suoni è importante, non solo per i professionisti che devono tenere in ordine la propria libreria digitala, ma anche per enti, parchi, comunità e aziende.

È infatti possibile creare delle banche dati sonore del proprio territorio e delle comunità che lo abitano.

Queste catalogazioni sono utili per conoscere il territorio, per studiarne la forma e l’evoluzione, tutelare il presente e il passato, comunicare con la popolazione e le persone.

È possibile per esempio registrare e catalogare i suoni in funzione dei luoghi in cui sono stati raccolti, creando delle vere mappe sonore di valore scientifico e/o antropologico. Questo permette ad esempio di localizzare i siti in cui risiedono determinate specie di uccelli o animali, la biodiversità, i paesaggi sonori dei luoghi, l’inquinamento acustico, i dialetti delle popolazioni, i suoni degli artigiani, dell’agricoltura, delle tradizioni, delle innovazioni e dei nuovi costumi.

Ripetendo le rilevazioni nel corso del tempo è anche possibile verificare l’evoluzione storica di questi fenomeni e scoprire così le abitudini faunistiche e quelle degli uomini, i nuovi suoni che nascono e quelli in estinzione.

Questi dati e registrazioni diventano quindi uno strumento per conservare la testimonianza di paesaggi, ecosistemi, culture e tradizioni e al tempo stesso una fonte di tracce sonore immersive che possono essere utilizzate per la divulgazione e la condivisione della scienza e della cultura verso la comunità che può addirittura rendersi partecipe e parte attiva nella raccolta dei dati e delle testimonianze.

ZA Qual è il suono più bello che hai registrato?

È molto difficile rispondere a questa domanda. Amo e trovo interessanti tutti i suoni. Forse quelli più belli sono quelli che non ho registrato perché li ho incontrati in momenti di vita quotidiana in cui ero sprovvista di attrezzature, come gli uccelli che si danno appuntamento sui tralicci nel parcheggio per partire tutti insieme verso boschi più caldi, l’acqua che esce dal rubinetto del lavandino del bagno per lavare i capelli a una persona cara, o il rumore dell’automobile della persona amata, che è riconoscibile anche da lontano.

Ci sono però dei suoni che mi hanno colpito per via della loro intrinseca bellezza o forza evocativa, come l’ululato del vento che soffiava tra le navi nascoste tra le piante in Danimarca, o il guizzare notturno delle sarde di Monte Isola che giungono a centinaia sulle rive di notte per riprodursi.


ZA I lettori di ZoumAlp dove ti possono incontrare per fare un’esperienza diretta di ascolto?

I lettori di ZoumAlp possono ricevere la mia newsletter e tutti gli aggiornamenti sulla mia attività scrivendo a claudia.isonde@gmail.com.

Allo stesso indirizzo possono contattarmi per avere maggiori informazioni per organizzare o partecipare a passeggiate sonore, corsi di sound storytelling e attività di sensibilizzazione al suono per adulti, giovani e bambini in tutta Italia.

Realizzo anche opere di soundart e di narrazione sonora per valorizzare il patrimonio culturale, ambientale e identitario per enti, parchi, istituzioni, musei e aziende.

Dove fare esperienza delle opere di soundart di Claudia Ferretti

https://claudiaferretti.bandcamp.com/

https://www.youtube.com/@claudiaferretti1900

I collegamenti per approfondire

https://www.facebook.com/audiay

https://www.instagram.com/isonde/

Zeen is a next generation WordPress theme. It’s powerful, beautifully designed and comes with everything you need to engage your visitors and increase conversions.

Altre storie
Clima: Bari miglior città d’Italia, Aosta all’11° posto