Giotto rivoluzionò la pittura medievale e inaugurò l’era moderna. La mostra, aperta fino al 23 marzo presso il Polo culturale di Rovereto, offre una visione originale dell’eredità del Maestro su artisti moderni e contemporanei quali Carlo Carrà e James Turrell, passando per Sironi, Martini, Fontana, Matisse, Klein, Rothko e sul sentiero di ricerca della lezione giottesca: la rivelazione del trascendente, la capacità di dare forma all’invisibile.
La mostra si apre con una grande installazione immersiva che riproduce la Cappella degli Scrovegni di Padova, il capolavoro assoluto di Giotto. Una sofisticata videoproiezione, costruita partendo dalle immagini ad altissima risoluzione realizzate dall’Università di Padova e messe a disposizione dai Musei Civici di Padova, “trasporta” virtualmente i visitatori e le visitatrici del Mart all’interno del famosissimo ciclo di affreschi del XIV secolo, Patrimonio Mondiale UNESCO. Fondamentale, a questo proposito, la preziosa collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Padova.
Nelle intenzioni della curatrice Alessandra Tiddia: “La mostra prende avvio da un portale immersivo che attraverso le proiezioni delle immagini degli affreschi della Cappella degli Scrovegni intende restituire al visitatore la suggestione di un’esperienza fondamentale per molti artisti, ovvero la visione del ciclo di affreschi. […]”.
Seguendo un ordine cronologico e tematico l’esposizione prosegue tra opere di grandi autori e autrici del XX e XXI secolo accomunati dalla passione per la figura di Giotto, studiato, imitato, o preso a modello di perfezione e spiritualità.
Tra Metafisica, Valori plastici e Realismo Magico, i protagonisti della prima parte della mostra sono i dipinti di Carlo Carrà, le pitture murali di Mario Sironi, le soluzioni plastiche di Arturo Martini, gli spazi sospesi di Giorgio de Chirico, ma anche gli ideali stilistici di Gino Severini, Massimo Campigli, Achille Funi, Ubaldo Oppi.
Suddivisa in sette sezioni, la mostra prosegue tra Atmosfere rurali e Sacre Maternità nelle quali i soggetti bucolici e le figure femminili esprimono quel richiamo e quell’idealizzazione della tradizione tipica del periodo tra le due grandi guerre. Ne sono rappresentanti in mostra, tra molti altri, Albin Egger-Lienz, Ardengo Soffici, Pompeo Borra e Tullio Garbari.
Il mito di Giotto non tramonta nel secondo dopoguerra, anzi influenza tanto i linguaggi figurativi, quanto il nuovo astrattismo. In mostra si incontrano i lavori di Gastone Celada e Lorenzo Bonechi, la sintesi formale e pura di Fausto Melotti, le geometrie senza tempo di Giorgio Morandi e la pittura astratta di Giorgio Griffa e di Serge Poliakoff.
Nelle ultime sale, l’arte più recente non è meno debitrice alla lezione medievale di quanto lo sia quella del primo novecento.
Lo stratificarsi di elementi iconografici insito nello studio della storia dell’arte riconosce nell’opera di Giotto una modernità astratta, una tensione spirituale e trascendentale che rivive, per esempio, nella grande installazione immersiva di James Turrell, maestro contemporaneo della luce e dei colori studioso della percezione. Tycho Blue è una stanza di puro e luminoso blu, realizzata a partire dai progetti dell’artista del 1969 e mai più riallestita.
Chiudono la mostra le installazioni di due artiste, Chiara Dynys e Tacita Dean, il cui lavoro rinnova ancora una volta il dialogo con uno dei più grandi maestri di tutti i tempi.
Giotto e il Novecento è curata da Alessandra Tiddia, con il contributo di numerosi studiosi e in collaborazione con i Musei Civici di Padova.
In mostra oltre 200 opere di cui una cinquantina proveniente dal patrimonio del Mart, tra cui Le figlie di Loth, di Carlo Carrà. Scelto come immagine guida della mostra, il celebre capolavoro è anche l’opera-simbolo delle collezioni museali.
GIOTTO E IL NOVECENTO
Mart Rovereto, fino al 19 marzo 2023
Da un’idea di Vittorio Sgarbi
A cura di Alessandra Tiddia
In collaborazione con Assessorato alla cultura del Comune di Padova, Musei Civici
MartRovereto
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)
T. 800 397760
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Si ringrazia Mart Rovereto – Ufficio stampa e comunicazione