Premio Strega 2023: c’è anche Laura Marzi

C’è anche la valdostana Laura Marzi tra gli 80 finalisti, numero record, di candidati al Premio Strega 2023.

L’autrice valdostana partecipa con il suo romanzo La materia alternativa il romanzo d’esordio uscito un anno fa e pubblicato per Mondadori.

A presentare la candidatura di Marzi è Veronica Raimo, vincitrice dello Strega Giovani lo scorso anno.

Una prima scrematura tra gli 80 candidati sarà effettuata nel mese di marzo per arrivare al 30 marzo con la dozzina finalista.

La proclamazione del Premio Strega è in programma per il 7 giugno a Benevento.

La materia alternativa

Proponiamo di seguito la presentazione del libro tenuta circa un anno fa alla Libreria BrivioDue di Aosta e firmata dalla giornalista di Gazzetta Matin, Simonetta Padalino.

La materia alternativa è il titolo del primo romanzo di Laura Marzi. Pubblicato da Mondadori e in libreria dall’8 marzo, è stato presentato sabato 19 marzo ad Aosta alla libreria Briviodue con un doppio turno di partecipanti.

Hanno dialogato con l’autrice Chiara Bernardi e Federico Gregotti Zoja, con letture tratte dal testo di Chiara Zoja.

Nata e cresciuta ad Aosta, Laura Marzi vive a Roma.

Un dottorato in Studi di Genere conseguito all’Università di Paris 8 insegna Gender Studies all’Istituto Universitario Lorenzo de’ Medici di Firenze. Ha un assegno di ricerca all’Università di Venezia e ha diverse collaborazioni.

Per molti anni è stata insegnante di Materia alternativa in una scuola di periferia di Roma: è la disciplina di coloro che rinunciano all’ora di religione cattolica, «una materia che si definisce a partire dal suo contrario, una materia che ai consigli di classe non conta nulla, che non ha programmi e nella scuola del romanzo non ha nemmeno un’aula» sottolinea l’autrice.

Grazie a questa esperienza lavorativa Marzi incontra e conosce tanti ragazzi adolescenti.

«Avevo spesso più alunni della mia collega che insegnava religione e mi sono posta il problema di cosa poter insegnare loro, e ho capito che potevo, semplificando, trasmettergli ciò che avevo studiato in ambito accademico facendolo con un linguaggio comprensibile per dei ragazzi – spiega Marzi -.Ho usato spesso la musica, le canzoni dei testi per affrontare con loro temi come il classismo o il sessismo e su cui poi ragionavamo».

Di questa esperienza in cui conoscere e condividere diventa un’opportunità, Marzi prende degli appunti che diventano poi necessità di raccontare una storia, la storia di un’insegnante precaria, la protagonista che Marzi definisce molto diversa da lei ma che l’ha accompagnata in questo percorso di scrittura. Ma è anche una storia corale, come è evidenziato dalla copertina, dove sono rappresentati profili di giovani dai colori diversi, senza occhi e senza bocca; è la storia di un incontro e della difficile costruzione di un dialogo, quello tra un’insegnante precaria,non solo nel lavoro ma anche nella sua vita privata, egli adolescenti a cui insegna, giovanissimi studenti spesso maschi, di religioni diverse, di paesi a volte lontani, con visioni del mondo eterogenee.

Nel suo stile asciutto e crudo come lo definisce Bernardi, l ’autrice utilizza spesso dialoghi che ricalcano il parlato.

Marzi affronta istanze politico sociali, senza mai dimenticare un tocco di leggerezza e di ironia.

«Ogni parola nel libro ha un peso, è studiata e utilizzata mai a caso» fa notare Gregotti Zoja.

Oltre alla materia alternativa la protagonista pratica la «materia alternativa dell’amore», due mondi scuola e amore, che si alternano nel romanzo in modo armonico e che sono delineati nella struttura da capitoli che hanno come titolo i luoghi e gli spazi o i nomi dell’innamorato di turno.

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