ZA
Giornalista, alpinista, viaggiatore. Autore di guide, podcast, libri. Pedali con lo sguardo attento ai cambiamenti e strizzi l’occhio al green, quello con le buche. Ti ci ritrovi?
DF
Più che alpinista, mi definisco appassionato di montagna: mi piace pensare agli alpinisti come a moderni esploratori, sognatori che aprono nuove vie e che affrontano imprese che pochi uomini al mondo possono permettersi. Ed è proprio la passione per la montagna che mi ha portato a diventare autore di guide, di libri e di podcast.
Credo che oggi sia importante trovare un’identità ben definita, riuscire a posizionarsi in un settore per crearsi delle opportunità di lavoro: essere generalisti non è più ammesso. Nel mio caso dalla passione per i viaggi, per la montagna e per la bicicletta è nato un lavoro. È stato un percorso tanto faticoso quanto entusiasmante, per il quale devo ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato e che hanno creduto in me, dandomi la possibilità di mettermi in gioco e di crescere sia professionalmente sia come persona. Quanto ai green, la passione per il golf è sempre viva, ma viaggiando molto negli ultimi anni sono stato costretto a metterla da parte, ma è solo un arrivederci.
ZA
Luoghi ricchi di fascino, culture antiche, panorami sempre diversi. Viaggi per vivere. È veramente il lavoro più bello del mondo?
DF
Fare l’autore di guide di viaggio è il lavoro più bello del mondo: viaggiare permette una crescita continua in termini di conoscenza di luoghi e di persone, un confronto costante con altri territori e altri modi di vivere, un arricchimento che offre l’opportunità di rapportarsi con culture e punti di vista diversi. Ma è pur sempre un lavoro, quindi prima e dopo i viaggi ci sono lo studio, la ricerca, la scrittura, le scadenze, i problemi da risolvere, gli sforzi per consegnare un lavoro fatto bene e di qualità. E poi c’è il fatto di trascorrere lunghi periodi lontano da casa, che ha dei risvolti complicati nelle relazioni, nelle amicizie e nelle altre collaborazioni. Una cosa che mi piace molto nell’ultimo periodo sono le presentazioni nelle librerie, ai festival, nelle scuole e in altri eventi.
È un lavoro che mi entusiasma e mi piace molto condividerlo raccontandolo. Ecco, credo che le cose belle e che ci appassionano vadano condivise.
ZA
Nel tuo lavoro di autore per Lonely Planet hai raccontato anche la Valle d’Aosta. Cos’hai scoperto?
DF
Quando ho iniziato a scrivere la guida della Valle d’Aosta, pensavo che sarebbe stato un lavoro più facile rispetto alle altre. Sono nato e vivo da sempre in Valle d’Aosta, vado in montagna in estate e in inverno, credo di conoscerla molto bene. In realtà, ho scoperto che scrivere di casa propria non è così facile: entrano in gioco tanti fattori, come le amicizie, i posti del cuore, luoghi ai quai si è particolarmente legati che non sempre sono funzionali alla guida. Ho cercato quindi di fare un passo indietro per cercare la giusta distanza, per avere uno sguardo più obiettivo che mi permettesse di scrivere una guida utile per chi viaggia in Valle d’Aosta. E per farlo ho dovuto usare tutto il mestiere che ho maturato negli ultimi anni: per fortuna prima di questa avevo già pubblicato una decina di guide e l’esperienza mi è venuta in soccorso.
ZA
Come autore di guide viaggi spesso e conosci persone diverse, l’incontro o il luogo che ti ha più colpito?
DF
Si danno sempre tante definizioni del viaggio e del viaggiare che corrono su due binari che si intersecano spesso e volentieri, ovvero quello dei luoghi che si scoprono e quello delle persone che si conoscono. Quanto ai primi, potrei fare un elenco quasi infinito perché in ogni viaggio mi porto a casa dei luoghi che mi rimangono nel cuore, dalle pareti verticali delle Dolomiti, ai grandi spazi dell’altopiano di Campo Imperatore, dalle sorprendenti colline dell’entroterra riminese, alla bellezza iconica delle Isole Eolie, dai canali di Treviso alle incredibili foreste della Sila. Quanto alle persone, in questi anni sono nate delle amicizie in quasi tutti i posti che ho visitato: ad esempio a Sondrio, dove ho conosciuto per caso dei ragazzi in un’enoteca e ogni volta che torno non perdiamo occasione per fare qualche brindisi insieme, o in Abruzzo dove sono diventato amico di un poliziotto che dopo avermi fermato per un controllo di routine mi ha risparmiato da una multa.
ZA
Sei su Spotify con “Passaggi a Nord Ovest” il podcast dove la montagna è il denominatore comune di tutti gli episodi. Che storia è questa?
DF
A gennaio 2021 ho aperto questo podcast insieme a un amico, lo scrittore Franz Rossi, con l’idea di far passare attraverso le montagne della Valle d’Aosta, quelle a nord ovest dell’Italia appunto, voci provenienti da tutte le montagne italiane. Essendo entrambi appassionati di linguaggi e di comunicazione, abbiamo deciso di cavalcare l’onda dei podcast, che in Italia sono in forte crescita, per sperimentare questa nuova dimensione. Negli episodi, ai quali contribuiscono anche altri collaboratori, cerchiamo di raccontare le terre alte dal punto di vista di chi ci abita, parlando di storia, di cammini, di libri e di tanto altro ancora.
ZA
Sei nato in Valle d’Aosta, frequenti le montagne di casa che sono parte integrante delle tue passioni. Ad oggi con la tua esperienza professionale, ti sentiresti di scegliere un altro luogo dove vivere?
DF
Sebbene ci siano dei limiti notevoli di isolamento, che a livello lavorativo si traducono in limiti di opportunità (2 ore di treno per arrivare a Torino e 3 ore per Milano sono tante), sono contento di abitare ad Aosta perché offre una qualità di vita che soddisfa i miei parametri. Ogni volta che faccio un viaggio mi chiedo se vivrei nei posti che sto visitando: tra tutti quelli che ho imparato a conoscere in questi anni, mi piacerebbe provare a vivere a Treviso oppure a Bolzano, sono due città che molto vivaci dove mi pare possano esserci anche molte occasioni di lavoro.
ZA
Dal tuo diario se ne hai uno: il piatto più buono, il luogo più bello, il miglior libro.
DF
È sempre difficile scegliere, anche perché i gusti cambiano nel corso del tempo. Scelgo il tris di canederli con una birra Weizen, il deserto del Wadi Rum e “La versione di Barney” di Mordecai Richler.
Denis Falconieri
Nato ad Aosta, vive da sempre in mezzo alle montagne più belle delle Alpi e, che sia estate o inverno, non perde occasione per andarci, anche se ogni tanto ha bisogno di riposare lo sguardo sull’orizzonte piatto del mare.
Appassionato di golf e bici, è giornalista professionista e da febbraio 2017 ha iniziato a viaggiare e scrivere per Lonely Planet (EDT), collaborando alle guide Dolomiti (dicembre 2017 e febbraio 2022), Lombardia (gennaio 2019), Emilia-Romagna (dicembre 2019), Veneto (giugno 2020), Liguria (maggio 2021), Abruzzo e Molise (giugno 2021), Piemonte (novembre 2021), Treviso e le Colline del Prosecco (maggio 2022), Calabria (giugno 2022), Valle d’Aosta (dicembre 2022) e Trentino-Alto Adige (dicembre 2022).
A dicembre 2018, ha pubblicato il libro illustrato Alpinisti da favola (Babele Editore), per raccontare ai bambini, e non solo, la storia dell’alpinismo.