La Dop nei ristoranti

“Formaggi DOP: Promuovere e tutelare un comparto strategico del made in Italy” è il tema dell’incontro di del 25 settembre, svoltosi alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e di Fipe per presentare i dati della ricerca relativa alla presenza dei formaggi italiani certificati nella ristorazione italiana. ). L’’incontro organizzato da Afidop al Ministero dell’agricoltura sovranità alimentare e foreste (Masaf).

Presente all’incontro anche il Consorzio Fontina Dop Valle d’Aosta con il suo presidente Fulvio Blanchet.

Lo studio

Da uno studio emerge come i formaggi italiani Dop siano di casa in un ristorante italiano su 4 (25,3%), ma solo uno su 10 (10,2%) li valorizza riportandone correttamente la denominazione in menu.

Afidop e Fipe hanno condiviso oggi la necessità di lavorare insieme alla definizione delle linee guida di corretta evidenziazione delle produzioni certificate nei menu. Uno strumento a sostegno degli operatori che lavorano nella ristorazione.

Corretta valorizzazione

La corretta valorizzazione delle denominazioni Dop e Igp costituisce, infatti, non solo un obbligo di legge, ma prima di tutto un mezzo di promozione dei territori, delle loro produzioni, oltreché delle scelte di qualità degli operatori che le adottano nei loro piatti e menu.

Nonostante la Fontina Dop sia tra i formaggi più  correttamente citati nei 21.800 ristoranti analizzati (il 3,3% del totale in 92 province italiane, denotando quindi un’estrema diffusione territoriale della notorietà e dell’utilizzo della Fontina Dop), il Consorzio Fontina Dop plaude l’iniziativa di una più corretta valorizzazione dei formaggi nella ristorazione italiana.

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