Sotto i Vestiti di Lame

«Non so come iniziare…» dice Lame, nella prima traccia del suo Ep, Sotto i Vestiti.

Ma alla fine, Samuele Lame, rapper aostano con la passione per la melodia, ha iniziato il suo viaggio e pubblicato il suo primo Ep da solista che mette a nudo quello che c’è sotto i vestiti, appunto, la sua storia personale.

«Questo è il mio sfogo, il mio viaggio» canta Lame.

«È un disco molto personale, avevo tanti dubbi che a qualcuno potesse interessare perché pensavo che fosse troppo personale – spiega Lame -, ma Marzio (Fachin, dj e produttore con Block Rockin’ Beats, ndr) e Neda (Raffaele D’Anello, titolare del MeatBeat Studio, ndr), che mi hanno accompagnato per tutto questo viaggio, mi hanno spronato a farlo».

«Sono molto contento di com’è venuto e spero che possa raggiungere più persone possibile».

Lame, classe 1198, rapper

Samuele Lame, classe 1998, appassionato di rap inizia a scrivere i primi brani 4 anni fa insieme all’amico Davide Rasoira, a loro si aggiunge poi Carlo Giordano e insieme formano i D+ il trio rap di Lame, Phastidio e Cavia, che ha vinto recentemente il Majic Music Contest.

«Con Davide, 4 anni fa, siamo rimasti un po’ soli perché molti amici se n’erano andati altrove per l’Università – racconta -. Abbiamo iniziato a scrivere testi e a fare un po’ di freestyle. A noi si è aggiunto Carlo che suona il piano e con lui lo scorso anno abbiamo registrato un primo mixtape, Musica al Contrario, con 10 pezzi».

«Da tempo, però, io sentivo la necessità di fare una cosa tutta mia per dire quello che mi passava nella testa» spiega Lame, autore di tutti i testi di Sotto i Vestiti.

Sotto i Vestiti

«Ogni pezzo parla di cose di cui ho sempre fatto fatica a parlare. L’album non è nato subito, i pezzi li ho scritti occasionalmente, tendenzialmente quando ero preso male…» spiega.

Un viaggio nella sua personalità, nei suoi pensieri, in ciò che ama e in quello di cui ha paura.

Oltre a Impronte, la quarta traccia, già uscita, il primo brano nato è anche quello che apre l’Ep, Il viaggio, «nato da un sentimento, o una paranoia generale di fare i conti con quello che sei diventato» spiega ancora l’artista aostano.

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