Xavier De Maistre. Quando il viaggio è “intorno alla mia camera”

Può capitare di essere messi agli arresti domiciliari per un duello, può accadere che dovendo vivere per 42 giorni in una stanza quadrata di 36 passi in tutto, percorrendola in lungo, in largo e a zigozago, si passi il tempo scrivendo. 

Così è nato “Viaggio intorno alla mia camera”, un romanzo scritto nel 1794 da Xavier de Maistre, che mette in luce una riflessione sul cosa voglia dire “viaggiare” in rapporto alla profondità della conoscenza che se ne può trarre, alla effettiva necessità di esotismo, alla capacità di osservare che abbiamo coltivato o meno. 

“Potrei cominciare l’elogio del mio viaggio col dire ch’esso non mi è costato nulla”. De Maistre, già dal secondo capitolo, dispensa scintille di riflessione. L’occhio del viaggiatore deve posarsi su ciò che ha intorno e, dalla vicinanza, deve cogliere profondità. Inutile quindi spostare atomi per migliaia di chilometri se poi non si è capaci d’interiorizzare il perimetro prossimo nel quale si è immersi.

L’autore descrive oggetti, situazioni, abitudini, vizi e virtù in un rimando che si sdoppia tra anima e corpo (la bestia).

Un viaggio intelligente, arguto, pungente che si chiude con “Così ti solletica le papille del palato un pregusto acido, quando tagli un citrino per mangiartelo. Povero animale! Sta bene all’erta”.

Un viaggio da leggere, a chilometri zero. 

Edizione disponibile su Google Libri https://books.google.it/books?id=N2tiAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false 

Ad Aosta, una via del centro è dedicata allo scrittore, pittore, militare, italiano sabaudo di lingua francese, suddito del Regno di Sardegna e generale dell’impero russo nelle guerre contro Napoleone Bonaparte.

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