Alpinus baculus. Stile in quota.

Chi è capace lo intaglia davanti al fuoco in inverno, chi lo vuole artistico lo acquista alla Foire de Saint-Ours che si tiene ad Aosta ogni 30 e 31 gennaio o in estate: il bastone da montagna è un oggetto di culto per chi ama e vive le Alpi con stile e passione. 

Sì. Il Tabarro sta alla pianura padana come il bastone intagliato sta alle Alpi. In un mondo fatto di prodotti hi-tech performanti, design e carbonio, parlare di legno può far sorridere. Eppure chi non ha mai provato l’esperienza di una passeggiata con l’alpenstock e i suoi simili, non può capire cosa voglia dire tenere il “passo giusto” tra natura e tempo, osservazione e meraviglia. 

Il bastone è fatto per chi non ha fretta, non guarda il dislivello percorso, il tempo impiegato e le calorie bruciate. Appoggiarsi e aiutarsi con un tradizionale bastone vuol dire darsi tempo, “flanellare” sui sentieri e fermarsi a guardare tutto ciò che è bello e sorprende. 

Jacques Balmat nel 1786 venne ritratto nelle grafiche dell’epoca intento a conquistare la vetta del Monte Bianco Insieme all’alpenstock o pistocco in italiano. Degli usi originali di questo importante attrezzo, ovvero il sondaggio di ghiaccio e neve alla ricerca di buchi e crepacci o quale freno nella discesa su ripidi pendii innevati, non resta più nulla se non il fascino e l’invito alla vita “slow”. 

L’alpinus baculus cattura e raccoglie storie e racconti e averlo come fedele compagno, su uno dei tanti sentieri della Valle d’Aosta, è un collegamento vivo tra storia e tradizione che non lascia mai indifferenti. Provare per credere.

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