Il Sator magico di Aosta. Bellezza e mistero.

Rotas Opera Tenet Arepo Sator. Libri interi sono stati scritti per dare spiegazione a uno degli enigmi più antichi e diffusi un po’ ovunque in Europa. L’iscrizione latina è conosciuta, normalmente, per la sua forma quadrata che si presenta con un palindromo perfetto formato dalle cinque parole appena citate e leggibili quindi da destra a sinistra, da sinistra a destra dall’alto in basso e viceversa. 

Quello di Aosta è invece un SATOR particolare in quanto composto a cerchio che mantiene, comunque, la sua forma palindroma che qui inizia con la parola ROTAS. Si trova all’interno della Chiesa di Sant’Orso, nel centro storico del capoluogo ed è realizzato in mosaico di colore nero, bianco e ocra. Unico nel suo genere, propone una riflessione sul tema della ciclicità rappresentata dalla ruota (ROTAS) e si inserisce a pieno titoli tra le opere da osservare per i “ricercatori di Sator” che qui troveranno nuovi spunti di osservazione e approfondimento. Per completezza di cronaca, va detto poi che in Valle d’Aosta è presente un altro Sator, meno conosciuto e non facilemente osservabile, vergato a mano (s’ipotizza dopo il 1500) su un muro del castello di Issogne. 

Le combinazioni multiple del “quadrato magico” hanno dato origine a svariate interpretazioni arrivando ad avvicinare l’iscrizione anche ai Templari. A tal proposito scrive Anna Giacomini nel suo libro “Sator: enigma templare” “La T esterna, nella spiegazione templare potrebbe essere intesa come Templum, ossia il grado del Miles Templi che ricerca il ‘Santo Graal’. A oggi pochi dubbi esistono sulla traduzione  della parola Sator intesa con ‘seminatore’ e da considerarsi sia in senso agricolo-simbolico sia quale  significato di ‘padre’ e quindi con accezioni più spirituali. La cosa si complica, e non poco, invece con la parola ‘AREPO’ che non trova una chiara traduzione dal latino e apre a scenari diversi e tutti da esplorare. 

La rete dei SATOR porta il ricercatore a viaggiare, considerando qui solo l’Italia, dalla Toscana (Duomo di Siena, Campiglia Marittima) alla Lombardia (Abbazia Cistercense di Marimondo, Pieve a Terzagni a Cremona), dall’Alto Adige (Castel Mareccio a Bolzano) al Veneto (Oratorio di Santa Maria Maddalena a Verona) per arrivare fino al Lazio (Abbazia di Valsciviolo a Sermoneta). In questo ampio panorama, la Valle d’Aosta offre però la visione di un SATOR unico, arricchito di simboli e decorazioni e, soprattutto, di forma circolare, opera unica che, da sola, vale un viaggio.

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